Attilio Bolzoni presenta il libro: "Immortali - Fuoriscena
In dialogo con Roberto Leggero

In Italia c'è sempre più mafia e ci sono sempre meno mafiosi. Dalle stragi sono passati oltre trent'anni e la Sicilia oggi si mostra felice, esotica, come un'isola da cartolina. Palermo è tornata Palermo: lontana, silenziosa, seducente, con tutti i suoi piaceri e i suoi misteri. Non si spara più e ci dicono che lo Stato ha vinto. Catturati uno dopo l'altro i boss più importanti, sono rimasti liberi, spesso incensurati, solo coloro i quali li hanno sempre appoggiati dall'esterno. Questa rete, composta innanzitutto da imprenditori, poi da commercialisti, avvocati, notai, da amministratori locali e alti burocrati, da broker, negoziatori, da esperti del lavaggio del denaro o di architetture finanziarie per nasconderlo, rappresenta la borghesia mafiosa. È quella che comanda oggi in Sicilia. I mafiosi hanno un nome e un cognome, un volto, un indirizzo, un gruppo sanguigno, una scheda segnaletica, condanne e obblighi di legge. La borghesia mafiosa al contrario è un'entità eterea, impalpabile, ignota: non lascia mai impronte. Ogni epoca ha la sua mafia e anche quella in cui viviamo ne ha una: è «la mafia degli incensurati». Attilio Bolzoni racconta un'Italia che, ancora una volta, ha perso la memoria, e ripercorrendo gli ultimi dieci anni, ci scaraventa in un passato che credevamo chiuso per sempre, con la giustizia e l'antimafia che sembrano tornate ai tempi prima del Maxiprocesso e di Giovanni Falcone. Nascosta dietro ai tamburi di guerra che minacciano l'Europa e il mondo, coperta dalla distrazione ormai pervasiva sui media,secondo i quali non fa notizia, se non quando scattano arresti di personaggi che ormai vivono da emarginati nella trama reale del potere criminale, la mafia si è ripresa il potere. È più che mai necessario un nuovo racconto per smascherarla.
Attilio Bolzoni ha iniziato la sua attività giornalistica alla fine degli Anni Settanta come cronista al quotidiano L’Ora di Palermo. Dal 1982 è a Repubblica. Per più di trentanni ha raccontato la Sicilia e la sua mafia. Ha firmato numerose inchieste sul Mezzogiorno d’Italia e reportage dai Balcani e dal Maghreb, da Kabul dopo l’11 settembre e da Bagdad dopo la caduta di Saddam Hussein. Autore di testi teatrali (Words of Honour, The mafia exposed, spettacolo andato in scena nei teatri di Londra, Roma e Parigi), sceneggiatore di mini-serie televisive, regista di documentari sulla libertà di stampa e sulla mattanza dei giornalisti in Messico (Silencio, 2015). Scrittore, alcuni suoi libri sono stati tradotti in inglese, tedesco e francese. Ha pubblicato con Giuseppe D’Avanzo La Giustizia è Cosa Nostra (Mondadori 1995), Rostagno, un delitto fra amici (Mondadori 1997) e Il Capo dei Capi (Bur Rizzoli 2007). Con Saverio Lodato ha scritto C’era una volta la lotta alla mafia (Garzanti 1998). Le ultime pubblicazioni: Parole d’onore (Bur Rizzoli 2008), Faq Mafia (Bompiani 2010), Uomini Soli (Melampo 2012). Nel 1991 ha vinto «Il Premiolino», nel 2009 il «Premio Lucchetta» e il premio «E’ Giornalismo» creato da Indro Montanelli, Enzo Biagi e Giorgio Bocca, nel 2013 il «Premio Giuseppe Fava».