Libro
Mer, 30 Aprile Apr 2025 1815

Rassegna - La quarta stanza. dialoghi sulla poesia contemporanea. Claudio Damiani presenta i libri: "Rinascita " e "Prima di nascere" - Fazi

L'evento è a cura di Annalisa Di Domenico, Carlo Lucidi e Ilaria Giovinazzo.

Dialoghi sulla poesia contemporanea. Claudio Damiani.

Claudio Damiani

Trama - Rinascita:

Dal vincitore del Premio Viareggio Rèpaci poesia 2022, un libro in prosa di inusuale bellezza.

Mi avvicino a Bianca e sto per darle un bacio sulla bocca, lei si scosta e dice: «Ehi che fai? Siamo piccoli noi». «Sì, in effetti siamo piccoli», dico io, «scusa».

«Rinascita di Claudio Damiani è un racconto salvifico del mondo del passato personale, che si traduce in una lezione di universale rinascita per noi e per le cose che con noi hanno avuto a che fare. Anche solo davanti ai nostri occhi. Una testimonianza che si fa lezione in maniera naturale.» - Roberto Carvelli, Huffpost

Con una prosa lirica e ispirata, ma lucida e chiara nelle descrizioni, l’autore racconta i suoi primi anni di vita passati in un villaggio minerario nel Nord della Puglia tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, e i ripetuti, solitari ritorni da adulto nel villaggio e nella miniera nel frattempo abbandonati e, di anno in anno, in progressivo disfacimento.

Al centro c’è la natura, vista con gli occhi e la mente di un bambino molto piccolo, una natura mitica e arcaica, magica e parlante, densa di simboli evocativi e toccanti, che il bambino incontra nelle sue quotidiane uscite all’aperto, nel sole, con la sua bicicletta rossa numero 14. Animali soprattutto ma anche paesaggio, terra piatta e nuda e cielo azzurro lunghissimo, minerale rosso sangue che fuoriesce dalla terra, aria e luce come elettrizzate e sonore.

A una prima parte più analitica, segue una seconda sintetica e fantastica: non più solo ricordare, ripercorrere, misurare, cercare di capire o interpretare l’infanzia, ma reinventarla, pur sempre in quel luogo, con quelle persone, quel paesaggio, e pur sempre con quella stessa felicità di uscire alla luce e incontrare il mondo, in una definitiva rinascita.

Trama - Prima di nascere:

La nuova raccolta di versi di uno dei più grandi poeti italiani contemporanei.
Damiani continua il suo viaggio di esplorazione dei cieli sorvolando una guerra cosmica quotidiana di cui sono ignote le vere cause. Parte da un chiodo fisso che aveva da bambino, all’età di quattro-cinque anni: si chiedeva dove fosse potuto stare prima di nascere, sospeso nel cielo, dove avesse potuto poggiare i piedi: «mi sembrava incredibile non essere esistito prima / e mi sembrava incredibile pure di essere esistito».
Il viaggio lo porta alla sua infanzia e alla nascita, a prima di nascere e anche a dopo la vita, come se questa fosse il tratto visibile di una linea invisibile, o meglio di una catena, o di una rete di catene e anelli tutti collegati. E come un suono copre un altro suono, questa rete meravigliosa quasi copre la nostra angoscia, la nostra ignoranza come di bestie condotte al macello, o forse a un rito sacrificale.
Nel libro ritorna sempre l’abisso in cui il bambino si sentiva sospeso prima di nascere, simile a quello in cui è sospeso l’uomo contemporaneo, che, nell’immagine di Emanuele Severino, è come un trapezista che ha appena lasciato un trapezio e non ha ancora afferrato l’altro, e si ritrova sospeso senza appigli sul vuoto.
Se il primo trapezio a cui eravamo attaccati erano le verità religiose e metafisiche, comprese fedi e speranze ideologiche più o meno recenti, che cosa sarà l’altro trapezio che si sta muovendo nel buio verso di noi, di cui ci sembra di sentire il sibilo impercettibile? Magari una frase scritta dentro la natura, che ci aspetta tranquilla, nella nostra ricerca concitata, a cui siamo forse vicini, e che non è una formula scientifica, ma una parola che ci accoglie e ci acquieta, togliendoci dall’insostenibile ignoranza in cui siamo. Intanto ci confortano gli alberi, gli animali, le montagne e le ombre dei nostri cari, a cui stiamo vicini e da cui non vogliamo allontanarci, mentre la tecnica corre a perdifiato, evoluzione naturale anch’essa, e bisognosa di avere accanto, ancora e per sempre, l’arte.

Sull'autore hanno scritto:

«La poesia di Damiani è una poesia grandissima perché va al cuore del problema, là dove la vita e la morte si guardano negli occhi e si riconoscono come parti del tutto».
Marco Lodoli

«Damiani è uno di quei poeti che ti colma gli occhi delle cose che ama, che ti popola la fantasia di nostalgie».
Massimo Onofri

«La semplicità dei suoi versi è un punto di arrivo, è il risultato di un’autodepurazione dello sguardo, di un esercizio spirituale prolungato».
Filippo La Porta

«Ci voleva un poeta, visto che i preti non lo fanno più, per parlare di buoni e di cattivi, di bene e di male».
Camillo Langone

«Claudio Damiani, un classico mascherato da contemporaneo».
Vivian Lamarque