Simone Di Meo e Gianluigi Esposito presentano il libro: "I diari segreti di Raffaele Cutolo" - Piemme
Un libro che riscrive la storia del camorrista più temuto d'Italia. «Don Raffaele sopravvive ancora oggi nell'immaginario collettivo di una intera regione, la Campania, che pure avrebbe ottimi motivi per maledirne la memoria, e nei ricordi di chi in lui ha visto non già il criminale spietato, inventore della camorra moderna, ma il difensore dei poveri e il vendicatore degli oppressi. Un leader politico prima ancora che mafioso. L'unico in grado di far dialogare lo Stato e le Brigate rosse». Figura criminale tra le più potenti nella storia delle mafie, don Raffaele Cutolo è stato per certi versi il nostro Pablo Escobar. Magnanimo, violento, generoso, temuto. Un uomo, il fondatore della Nuova Camorra Organizzata, che, seppure dal carcere, riuscì a esercitare su migliaia di persone un fascino incredibile, organizzando una struttura efficiente in aperta sfida allo Stato. Nessuno ha mai avuto accesso ai suoi archivi segreti prima di Simone Di Meo e Gianluigi Esposito. Finalmente a disposizione dei due autori, questa è un'inchiesta basata su migliaia di documenti inediti e diari personali, che riscrive la storia di Cutolo facendo luce su anni di misteri irrisolti e sui controversi legami con politici, imprenditori e servizi segreti. Un lavoro di ricostruzione storica accurato che fa luce non solo sull'uomo, sulle sue idee "politiche", sul suo senso di giustizia e ingiustizia, sulla sua idea di onorabilità e di società, ma sulla storia della criminalità campana per più di trent'anni e dei suoi legami con il mondo della politica italiana.