Libro
Mer, 25 Settembre Set 2024 1800

Gigi Riva presenta il libro: "Ingordigia" - Mondadori

modera Pier Luigi Vercesi

Cover Ingordigia

Servendosi dei più affilati strumenti della narrazione, Gigi Riva racconta un caso clamorosamente sottaciuto della recente storia d'Italia, confermandosi una delle più efficaci voci contemporanee della letteratura del vero.


Il 19 giugno 2022 Massimo Bochicchio – definito dalla stampa "il broker del vip" – si schianta con la sua BMW K75 contro un muro perimetrale dell'aeroporto dell'Urbe. Il corpo è carbonizzato al punto che per accertarne l'identità bisogna ricorrere all'esame genetico. Il giorno dopo, Bochicchio sarebbe dovuto comparire in tribunale per la terza udienza nel processo a suo carico. Le accuse: riciclaggio, abusiva attività finanziaria, truffa. A denunciarlo erano stati trentasette clienti, tra cui l'ex CT della Nazionale di calcio Antonio Conte e altri personaggi di spicco dello sport italiano. Molti di più i raggirati che non si sono rivolti alla giustizia, tra cui un altro ex CT della Nazionale, Marcello Lippi. Come è possibile che così tante persone abbiano consegnato al broker centinaia di milioni di euro? Combinando lo studio maniacale delle vastissime carte processuali a interviste realizzate ad hoc, Gigi Riva ricostruisce con il passo del thriller la parabola incredibile di un uomo capace di vivere per anni nel jet-set tra Roma, Londra, Capalbio, Cortina e i paradisi fiscali del pianeta, erigendo attorno a sé una facciata di rispettabilità sottilissima eppure infrangibile. Colto, fascinoso, sposato con Arianna Iacomelli, seconda a Miss Italia 1990, Massimo Bochicchio è riuscito a raggirare imprenditori, professionisti, ambasciatori, alti funzionari di Stato. E a tradire amici carissimi. Così carismatico che molti dei truffati ancora soffrono verso di lui di una sorta di sindrome di Stoccolma, mentre altri non credono alla sua morte e sono convinti che prima o poi tornerà e restituirà loro quanto dovuto. Ma il racconto delle truffe di Massimo Bochicchio, che si vantava di avere maneggiato un miliardo e ottocento milioni di euro, serve anche a far luce sulle dinamiche mentali delle vittime, e in generale su quell'ossessività all'accumulo tutta contemporanea, un'ingordigia di denaro che è ormai l'ottavo peccato capitale.