Libro
Ven, 21 Giugno Giu 2024 2115

Alessandra Carati presenta il libro: "Rosy" - Mondadori

Rassegna "Come un libro all'aperto 2024". Ingresso libero.

Dialoga con l'autrice, Simona Rossi, libraia di Fogola Ancona.

Giardini della Rocca, Mondolfo

Post Alessandra Carati

Alessandra Carati, scrittrice e sceneggiatrice, finalista al Premio Strega 2022, è conosciuta per la sua capacità di raccontare storie contemporanee con grande sensibilità. “La storia di questo romanzo comincia cinque anni fa, perché cinque anni fa incontro per la prima volta Rosa Bazzi nel carcere di Bollate.” Una scrittrice, un’ergastolana, una stretta di mano del tutto inaspettata, che vale come un contratto.

Trama:
Nel primo pomeriggio dell’8 gennaio 2007, Rosa Bazzi e Olindo Romano lasciano Erba sui sedili di una volante dei Carabinieri. Pensano che gli agenti li stiano portando in salvo dai giornalisti che, dall’alba, assediano la loro casa. In meno di un’ora si trovano dentro il carcere di Como, dove comincia una detenzione destinata a diventare ergastolo, condannati per aver ucciso quattro vicini di casa e averne ferito gravemente un quinto – uno dei più grandi casi di cronaca recente, conosciuto come “la strage di Erba”. Alessandra Carati incontra Rosa Bazzi per la prima volta all’inizio del 2019. Tra luglio e febbraio dell’anno seguente, le fa visita in carcere ogni settimana in sessioni che durano ore. “Mi sfogo con te come con il prete” le dice la donna, e la travolge con discorsi contraddittori, inattendibili, al limite della comprensibilità. La costringe al suo caos. L’autrice credeva che conoscerla di persona le avrebbe permesso di separare i fatti dai detti; invece la vicinanza ha offuscato il quadro. Nel tentativo di capire, cerca lo sguardo di chi l’ha frequentata negli ultimi diciassette anni: la psicologa, gli avvocati, e poi il cappellano, il marito Olindo attraverso le lettere che le scrive. Scopre così un’infanzia negletta, il lavoro ancora bambina a servizio delle famiglie dell’Erbese, il matrimonio a vent’anni e la dipendenza da Olindo, il faticoso adattamento alla detenzione. Solo allora torna in carcere. Rosa però non è conforme a nessun racconto che ne è stato fatto, continua a resistere come un disturbo indecifrabile. È proprio in quel momento, nella rinuncia a ogni immagine di lei – e nella fatale domanda su dove si sono formate queste immagini, a quali condizioni, con quali conseguenze – che affiora, come in una polaroid, Rosy.