Roberto Lumuli Gaudioso presenta "Squittii", Oedipus Editore
Melania Panico, Francesco Terracciano, Bruno Di Pietro

Non si può sorvolare sul fatto che la traduzione e la tradizione di una cultura “altra” siano parti integranti del retroterra dell’autore e di questo progetto. Roberto Gaudioso è uno studioso di lingua e cultura swahili, allievo del poeta tanzaniano Kezilahabi e in Squittii c’è tutto questo. Innanzitutto la poesia di Roberto è piena di inserti linguistici di varia natura, il che potrebbe far inizialmente pensare a uno sperimentalismo fine a se stesso ma non è mai così. Anche quando traduce, il poeta non è mai traduttore di se stesso ma offre in nota al lettore una traduzione possibile, interlineare. Dobbiamo sempre tenere presente che il lavoro di Roberto non ha a che fare con il “tradimento” ovvero ciò che si pensa normalmente debba essere una traduzione: traduzione è per Roberto Gaudioso scrivere altra poesia o scrivere daccapo ma rispettando la parola dal punto di vista poetico e non dal punto di vista linguistico. Tante volte ho avuto modo di interfacciarmi con lui sulla questione del rapporto tra lingua e poesia, per arrivare poi alla conclusione che la poesia è oltre la lingua: “tradurre per me in me non senza eruzioni/ e bradisismi perdono resto noncolpevole/ con la mia colpa viva un tempo arriverà/ a spazzar via le distanze io il mondo”.