Tomoko Nagao inaugura la mostra "The new wave of Tomoko, ONDA POP"
A cura di Christian Gangitano, un progetto Deodato Arte
Nell’immaginario occidentale contemporaneo, molta parte di quello che consideriamo “gusto giapponese” rimanda al mondo visivo del periodo Edo. Un periodo caratterizzato da una straordinaria esperienza artistica nata dalle esigenze di un nuovo pubblico per le arti, composto da artigiani, mercanti, lavoratori di ogni tipo e reddito che sviluppò gusti propri e nuove forme di divertimento che andarono a costituire una vera e propria cultura, dai caratteri eminentemente urbani e popolari. Questa cultura nasce da una mentalità pragmatica che poggia su un edonismo diffuso riassumibile dall’idea di ukiyo, termine che indicò nel periodo Edo (l’attuale Tokyo) il mondo fluttuante, moderno, alla moda, sensuale, sempre transitorio ed effimero e da godere nel più breve spazio di tempo possibile. Questo mondo si rappresenta attraverso l’arte dell’ukiyo-e, la stampa dell’estetica fluttuante, il cui principale esponente è Hokusai, l’artista che con la sua esigenza di catturare “l’immagine in movimento” e nella quotidianità ha realizzato i primi Manga intorno alla fine del 1700 e l’inizio del 1800, precedendo di oltre 200 anni la cultura delle stampe, dell’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilitàtecnica teorizzata da Benjamin e della Pop Art più nota e blasonata nata in Europa e negli States tra gli anni ’50 e ’60 e del suo più noto esponente Andy Warhol.
A quasi due secoli dall’influenza estetica subita dalla generazione degli artisti europei di fine ottocento e inizio novecento da parte dell’arte ukiyo-e, l’arte giapponese ritorna ad avere un forte impattovisivo sulle nuove generazioni di artisti del nuovo millennio, attraverso i Manga e le Anime. In questo modo, si è creato, tra Europa, America e Asia, un “fil rouge” ideale che lega i Manga di Hokusai alle ninfee di Monet, gli straordinari disegni di Osamu Tezuka (il padre delle anime e cartoons giapponesi come li conosciamo oggi) e l’invenzione di Goldrake di Go Nagai alle borse Louis Vuitton di Murakami e Kusama, passando da Hello Kitty fino alle ultime tendenze micropop giapponesi per arrivare a tutte quelle forme d’arte variegate ispirate alle famose serie di fumetti e animazioni europee e americane.
L’idea della mostra “The new wawe of Tomoko, ONDA POP” è dunque quella di mostrare, con i differenti linguaggi di matrice giapponese, utilizzati dall’artista Tomoko Nagao, l’influenza determinante che l’estetica manga e “Edo Pop” rinnovata e attualizzata ha avuto sull’arte contemporanea internazionale in questi anni. La mostra metterà dunque a confronto le influenze europee e la rappresentazione dell’allegoria della società globalizzata e dei consumi di massa, principale caratteristica e cifra stilistica delle opere di Tomoko Nagao, con il rapporto tra società della megalopoli Tokyo e le tante tendenze estetiche, di costume, di linguaggio che ne sono derivate, grazie anche ai social media, declinate spesso in un connubio tra tradizione e iper contemporaneità. Un’analisi che, partendo dalla grande influenza provocata da artisti ormai ampiamente storicizzati come Murakami e Nara, arriva fino alle ultime tendenze “Superflat” e neopop giapponesi, fino a contaminazioni con la nuova figurazione internazionale più ironica e giocosa e a contaminazioni con l’estetica dell’advertising e della street art.
Nasce a Nagoya (JAPAN) nel 1976 e risiede attualmente a Milano. Diplomatasi dapprima presso il SAGA Art College di Kyoto, prosegue la sua formazione all’interno del prestigioso Chelsea College of Art and Design di Londra. In Giappone, nel 1999 le viene conferito l'excellence award Canon-The New Cosmos of Photography.
Viene profondamente influenzata dalle figure stilizzate di Nara Yoshimoto (suo maestro a Nagoya) e dal movimento artistico postmoderno del “superflat” definito da Murakami Takahashi. In effetti, all’interno delle opere di Tomoko Nagao i confini tra arte classica e nuovi valori della cultura pop contemporanea si assottigliano a tal punto da creare una profonda contaminazione.
150 anni di passione tra Italia e Giappone